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Gianola e Monte di Scauri




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Area Protetta:
Gianola e Monte di Scauri
Tipo Ente:
Parco Regionale
Provincia:
Latina
Estensione:
292 ettari terrestri e 17 ettari marini
Comuni:
Formia, Minturno
Sede:
Via della Breccia, 21 - 04024 Gaeta (LT)



  • Macchia Mediterranea

    La macchia mediterranea è una formazione vegetale sempreverde, formata prevalentemente da specie arbustive e arboree. La tradizionale distinzione che si ha della macchia mediterranea è tra macchia alta e macchia bassa. La prima è prevalentemente composta da specie a portamento arboreo quali leccio, sughera, fillirea, corbezzolo, lentisco ed alcune specie di ginepro. La seconda comprende una vegetazione prevalentemente composta da specie a portamento arbustivo, con chiome che non superano i 2-3 metri d'altezza quali il lentisco, l'erica, il corbezzolo, il mirto, l'euforbia arborea, le ginestre, il cisto e il rosmarino. La macchia mediterranea non va confusa con la Gariga dell'ambiente mediterraneo, area occupata da arbusti cespugliosi di altezza inferiore a 50 cm e l'Oleo-ceratonion, noto anche come Climax dell'oleastro e del carrubo, formazione arbustiva composta in gran parte dalle stesse essenze della macchia ma con netta prevalenza di quelle ad habitus xerofitico.
    La macchia mediterranea si caratterizza come un'associazione complessa in cui la vegetazione si stratifica su tre livelli: un livello superiore formato dalle chiome di piante a portamento arboreo, uno intermedio formato dalla vegetazione di piante a portamento arbustivo o cespuglioso e uno basale formato dalla vegetazione erbacea e dai frutici. Questa stratificazione si ottimizza negli equilibri naturali permettendo il massimo grado di sfruttamento della luce incidente sui tre livelli. La macchia mediterranea presenta una struttura complessa la cui composizione risulta variabile alle diverse latitudini, con una diffusione prevalente nelle zone caldo-aride caratterizzate da inverni miti ed estati con scarse precipitazioni. In alcune condizioni si insediano formazioni a macchia caratteristiche che sono classificate come associazioni fitoclimatiche specifiche per le loro peculiarità. Spesso si tratta di forme di transizione verso altre associazioni allo stadio di climax oppure di formazioni vegetali secondarie derivate dall'impatto dell'uomo.
    La maggior parte delle zone di macchia mediterranea si sviluppa sui declivi che collegano il mare alle colline: si tratta di terreni prevalentemente rocciosi, con suolo poco profondo e soggetto a un rapido drenaggio, su cui le formazioni vegetali della macchia svolgono una funzione importantissima di difesa del suolo dalla erosione da parte degli agenti atmosferici, assicurando un'efficace regolamentazione idrogeologica. Costituisce un esempio di nicchia ecologica, fornendo nutrimento e riparo a insetti, anfibi, rettili, uccelli e mammiferi. Le specie più caratteristiche presenti nelle tre aree del Parco Riviera di Ulisse sono: il lentisco, l'erica, il cisto marino, la ginestra, il raro carrubazzo, il legno puzzo (Anagyris foetida) e qualche raro esemplare di terebinto (Pistacia terebinthus). Si tratta di piante particolarmente resistenti all'aridità, al vento e al calore, che superano i periodi sfavorevoli defogliandosi oppure affidando la sopravvivenza della specie ad organi sotterranei. Tra queste la più rara è senza dubbio il malvone delle rupi (lLavatera marittima). Caratteristiche sono le piante bulbose come il rarissimo Latte di gallina d'arabia (Ornithogalum arabicum) e il comune Ornithogalum pyrenaicum. Caratteristica è la presenza dei gladioli (Gladiolus italicus e Gladiolus byzantinus) e dei numerosi agli come l'Allium roseum, l'Allium ampeloprasum, l'Allium sphaerocephalon e l'Allium chamaemoly; quest'ultimo, crescendo appressato al terreno, si rende quasi invisibile. A queste piante perenni si associano anche numerose piante annuali che si disseccano rapidamente al sopraggiungere delle prime giornate calde. Tra queste, particolarmente abbondanti sono la umile Polygala monspeliaca, il Bupleurum baldense, la Plantago bellardi, la Stipa capensis, l'Aira cupaniana e anche diverse leguminose. Quando il terreno diventa particolarmente inospitale, come sulla roccia madre, allora compaiono altre piante come la rara fumana arabica (Fumana laevipes), la fumana scoparia (Fumana thymifolia) e l'inconfondibile elicriso (Helicrisum litoreum). Non manca, naturalmente, la strame (l'Ampelodesmos mauritanicus) che, caratterizza il paesaggio nei primi mesi autunnali. La gariga degradata è anche l'ambiente d'elezione di molte Orchidaceae che, grazie alla loro particolare fisiologia, riescono a vivere anche in ambienti poco ospitali. Alcune di esse sono presenti in discreto numero (Serapias lingua e Ophiris bombyliflora), per altre invece si contano pochi esemplari: Serapias cordigera, Anacamptis pyramidalis, Ophirys sphecodes ssp sphecodes, Orchis italica, Spiranthes spiralis; quest'ultima è l'unica orchidacea europea a fioritura autunnale.

  • La Villa di Mamurra

    Fu edificata nel 50 a.C. per volontà di Mamurra, un facoltoso cavaliere romano, di origine formiana, vissuto in età repubblicana. Tale edificio che sorgeva a pochi metri dal mare doveva estendersi, in lunghezza, per alcune centinaia di metri. Oggi rimangono, di esso, diversi ambienti posti in modo discontinuo lungo un tratto di costa di oltre 200 metri. Il visitatore può ammirare due cisterne che servivano per raccogliere l'acqua piovana e quella proveniente dai vicini Monti Aurunci. Tali cisterne dette "Maggiore" e "delle Trentasei colonne" presentano caratteristiche costruttive innovative. Si può inoltre ammirare la "Grotta della Janara", un corridoio scavato nella roccia utilizzato per congiungere la parte superiore della villa con una serie di vasche termali, poste a livello del mare, di cui restano ben visibili i perimetri. Del tempio di Giano di forma ottagonale, conserviamo soltanto alcune rovine (in fase di recupero) poiché è andato distrutto dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale. 
    Del complesso, in ogni caso, rimangono altre testimonianze di dimensioni inferiori ma non per questo di minor interesse.

  • Comune di Formia (LT)

    Formia è un'importante e attiva cittadina costiera del basso Lazio con circa 35.000 abitanti. Distante circa 130 km da Roma e circa 90 da Napoli, il suo centro abitato si estende su una lingua di costa, lunga circa 9 km, che separa il mare dalle vette dei Monti Aurunci. Importante nodo ferroviario e commerciale, dotata di porto commerciale e porticciolo turistico, Formia ha visto, negli ultimi anni, un accrescimento della propria popolazione ed una crescente urbanizzazione di quartieri un tempo periferici o rurali.
    Da un punto di vista turistico, di grande suggestione è il quartiere medioevale denominato Castellone, ove si possono ammirare chiese, porte dell'antica cinta muraria e resti romani, tra cui la Fontana Romana. Poco distante da Castellone si trovano la Tomba di Cicerone, celebre oratore di epoca romana, posta lungo il tracciato della Via Appia e la torre cilindrica del borgo di Mola. Da non tralasciare l'interessante Museo archeologico. Più a sud, in direzione Napoli la costa formiana offre spiagge protette da scogliere, tra cui spicca quella di Gianola, posta a pochi metri dalla vegetazione del Parco Regionale di Gianola e Monte di Scauri. Infine, le frazioni collinari di Maranola, Trivio e Castellonorato, poste ai piedi dei Monti Aurunci, pur a poca distanza dal mare presentano un paesaggio con spiccati accenti rurali, in piacevole contrasto, con quelli marinari del tratto costiero.

  • L'area marina protetta di Gianola

    Appena terminato il promontorio di Monte d'Oro ecco aprirsi una piccola e amena baia denominata "Porto Cofaniello": è qui che inizia l'area marina protetta di Gianola. La piccola baia, oltre ad una minuscola spiaggia di ciottoli, presenta fondali scogliosi con brevi macchie sabbiose che ospitano le tane di un gran numero di saraghi o sparaglioni e, in pieno inverno, un gran numero di spigole, un pregiato abitante del mare particolarmente attratto dalle sorgenti di acqua dolce che sgorgano in alcuni punti del fondale.
    La scarsa profondità di queste acque, dai 3 ai 6 metri, permette anche escursioni in apnea (snorkeling) che possono sempre riservare sorprese quali seppie e polpi.
    Superato Porto Cofaniello c'è il noto Porticciolo Romano di Gianola nelle cui acque è possibile trovare l'Ippocampo (meglio noto come il cavalluccio marino). Scomparso da molti tratti di costa italiani, suggerì, con la sua presenza, la creazione di un Oasi blu gestita dal WWF di cui divenne il simbolo: con l'istituzione dell'Ente Parco Riviera di Ulisse tutta l'area marina protetta è stata assegnata alla sua competenza.
    Interessanti i fondali poco al largo dal porticciolo, dove si incontrano piccole praterie di Cymodeca nodosa, una pianta sottomarina simile alla posidonia, ove vivono diverse specie di granchi tra cui spicca la rara Calappa granulata.
    Proseguendo in direzione della spiaggia di Gianola le basse scogliere a picco sul mare offrono più o meno le stesse specie che abbiamo incontrato poco prima impreziosite dall'aggiunta dei colori di tordi, donzelle, piccole triglie, bavose, peperoncini (rossi o gialli) e ghiozzi.



  • Chi Siamo

    Progetto Turismo è un'associazione di promozione turistica senza fini di lucro. Attraverso la realizzazione di prodotti relativi ai settori del turismo, della cultura e della didattica, l'Associazione intende promuovere un nuovo modo di intendere il territorio su scala euro-mediterranea, costitutiva del patrimonio STORICO, CULTURALE, ARTISTICO, PAESAGGISTICO ED AMBIENTALE, come insostituibile fattore di crescita economica e culturale. Continua